13.1.14

EGREGIO PROFESSOR PIGLIARU ....


LETTERA APERTA AL PROFESSORE FRANCESCO PIGLIARU

Candidato PD a Governatore della Sardegna

 Egregio Professore,
Mi permetta di chiamarla ancora per pochi giorni "professore", Le prometto che dal 17 febbraio sarò felicissimo di potermi rivolgere a Lei con l'appellativo "presidente".
Ancor prima di tutto vorrei che si capisse chiaramente la mia soddisfazione per avere Lei come candidato alla presidenza della regione in cui vivo.
La scelta che la pone a concorrere per la guida della Sardegna la condivido appieno.
Mi lasci però esternare tutte le mie preoccupazioni per questa tornata elettorale.
Il comportamento del mio partito è stato in questi ultimi 18 mesi, quanto di più in comprensibile si possa immaginare.
E le fibrillazioni del PD non sono recenti, anzi!
Le crepe hanno vecchia data, ancor prima delle famose parlamentari e del novembre 2012.
Il giocattolo, nelle mani di qualche arrivista, ha cominciato a mostrare le sue incrinature, proprio durante le parlamentarie.
Abbiamo visto federazioni provinciali sciogliersi come neve al sole, mostrando (come dice un vecchio proverbio del mio paese) quanto vi era nascosto sotto.
Per continuare poi a giugno 2013 con un'assemblea del partito per comunicare (non decidere ...... Era già stato deciso altrove da pochi intimi) all'Assemblea l'esigenza di fare prima le elezioni regionali, e poi il congresso (che per inciso, ancor oggi non c'è stato). A nulla è valso il nutrito fronte dei circoli che chiedeva giustamente prima il congresso, se non altro perché il congresso è il luogo deputato per le
scelte politiche e l'avallo sulla coalizione per la campagna elettorale.
Gli attuali padroni del PD sardo, senza forze rispettare neppure il numero legale, davano per votata a maggioranza la mozione della segreteria (ma questa del numero legale è una manfrina spesso usata dal nostro PD sardo ... E non solo regionale).
Sintomatico è il fatto che la presidente regionale, nel più assoluto silenzio politico, si dimette dalla sua carica, anche in riferimento a questi fatti.
Ma veniamo quasi ai giorni nostri.
Le primarie di dicembre avevano dato una chiara vincente, peccato che la vincente aveva dimenticato di farci sapere che sul suo capo pendeva un avviso di garanzia per peculato.
Ora, lungi da me anche la più remota possibilità di una deriva giustizialista, ma se chi vota, l'elettore, mal digerisce simili problemi, correttezza vuole che la candidata, per non mettere in imbarazzo il partito TUTTO, rimetta, nel più breve tempo possibile, il mandato.
Non è accaduto così!
Abbiamo dovuto aspettare un tempo ormai irrecuperabile per avere il passo indietro, sia pur "SPINTANEO" della candidata.
E qui arriva la scelta della sua candidatura.
Credo che nessuno potrà smentirmi se affermo che, nel problema occorso, la soluzione è davvero superba.
Questo però non salva la direzione regionale da nessuna critica sul suo operato.
E la sua pochezza l'ha dimostrata anche con una riunione , quella del 30 dicembre, che doveva sancire la volontà espressa di escludere chi soggetto a indagine della magistratura, se non altro per non fare 2 pesi e 2 misure.
In tale riunione non accade nulla!
Ma come, prima spingete a rimettere il mandato a chi ha vinto le primarie, poi non sancite una regola che si rispecchi in questa spinta?
Ma non basta, la direzione regionale licenzia un regolamento quanto di più confuso e raffazzonato esista!
Cari cervelloni, o vi arrogate il diritto di scegliere e decidere voi, su chi ha già 2 mandati, e di conseguenza escludere da tale scelta le direzioni provinciali, oppure la scelta è totalmente delle direzioni provinciali, e da voi non riprendibile.
Scrivere che l'organo provinciale può scegliere, ma il diritto di accettare è regionale, genera solo confusione.
E non finisce qui!
La direzione regionale spinge una candidatura a rimettere il mandato alla corsa per la presidenza, poiché intestataria di un avviso di garanzia per peculato, e poi che fa? Nomina candidati di lista che hanno lo stesso problema.......
Se questa non è pazzia, mi dia Lei un altro appellativo.
E qui giunto alla mia domanda finale, caro professore.
Ma le era presente alla direzione regionale dell'11 gennaio a Oristano?
E se lo era, l'hanno interpellata per la
composizione della lista in merito alla presenza di indagati?
E se l'hanno interpellata, cosa mi dice?
Perché se Lei non ha avuto modo di contribuire a questo pastrocchio, perché non interpellato, devo arguire che il viaggio che Lei dovrà affrontare, troverà più di uno scoglio da parte di questi maneggioni.
Ma se Lei era presente ed ha contribuito alla formazione della lista, ebbene, sono molto più preoccupato.
Preoccupato perché non è nelle mie intenzioni e del mio circolo, sentirsi dire che siamo uguali ai partiti che invece dovremmo combattere.
 
Ma c'è ancora una domanda che vorrei farle; ai potenziali elettori della nostra coalizione, come potranno i piccoli circoli come il mio, spiegare questo doppiopesismo dei nostri ormai improbabili dirigenti regionali?
Con stima.
F.to Dima