23.10.13

PROVINCIA DI ORISTANO ..... ovvero ...... DUE STRADE DI SVILUPPO A CONFRONTO


Mi sono letto e riletto il piano presentato da Oreste Della Valle (patron di IVI PETROLIFERA) per lo sviluppo turistico nell'area ex Sipsa di Torregrande.
E mi sono anche letto la sua intervista sull'UNIONE SARDA.
Come aderente al Partito Democratico, mi trovo in difficoltà.
Difficoltà sia verso il progetto, sia verso la posizione del Pd verso questo progetto, e verso altri progetti di sviluppo (se pur non turistici... nda).
Premesso che trovarmi di fronte ad un Signore che (sue parole) alla domanda "per anni avete inquinato il territorio", risponde "ERAVAMO UNA RAFFINERIA, FACEVAMO QUELLO.", mi lascia basito!
Basito dalla naturalezza con la quale un imprenditore afferma che è normale inquinare! (ecco perché dice che Arborea con la SARAS sbaglia...).
Ma allora le leggi e le norme antinquinamento non si applicano al suo settore? In tutto il mondo? O Ivi Petrolifera e Saras hanno usufruito di qualche compiacente deroga delle Amministrazioni interessate?  (....MOLTO INTERESSATE....)
Già il personaggio mi lascia perplesso; e a poco vale il suo vantare la sua fede e gli anni di missioni familiari in Nicaragua..... questa eventuale  non prevede un salvacondotto a rendere l'ambiente invivibile per il suo tornaconto!
Ma veniamo alla proposta.
Chiaramente ci troviamo di fronte ad una proposta che dovrebbe portare beneficio a Oristano (fermi i miei personali dubbi sul proponente.....)
La Sardegna ha bisogno di sviluppo, turistico, commerciale, agricolo, industriale.
Chi pensa che l'avvenire della Sardegna sia riposto nei contributi che la regione e/o lo stato possono elargire per aumentare i servizi, trascina la Sardegna in un baratro non più risalibile.
Chi pensa che questa sia la soluzione, vuole una Sardegna completamente dipendente dalle strutture pubbliche, e da quello che il pubblico può offrire, quindi un servilismo ed una servitù senza autonomia; poiché l'autonomia la sia ottiene con denaro proprio.
I servizi sono chiamati "TERZIARIO";  e se ha questo nome è perché esiste un "PRIMARIO" (l'agricoltura) ed un "SECONDARIO" (l'industria); senza questi 2, nei quali è compreso l'artigianato, il terziario non ha denaro spendibile.
Quindi ben vengano le industrie, per avere le quali dovremmo creare delle grosse incentivazioni ad istallare aziende produttrici in Sardegna, piuttosto che altrove.
E ben venga anche lo sviluppo turistico, purché si pongano dei SERI PALETTI onde evitare che il profitto dell'imprenditore di turno sia a senso unico, con conseguente inutile consumo del territorio, ma  anche un beneficio per l'indotto e la popolazione (vedi ad esempio le casette nel progetto che hanno il solo scopo di arricchire l'imprenditore).
Ma qui vedo un'incongruenza. Un'incongruenza in termini di accettazione di proposte di sviluppo,
·         Abbiamo da una parte un imprenditore che, sebbene in passato ( e tuttora) abbia provocato danni all'ambiente, propone una strategia di sviluppo turistico, e questa viene accettata.
·         Abbiamo da un'altra parte un imprenditore che propone una strategia di sviluppo industriale, e a questa non viene neppure data la possibilità di verifica.
Come può lo stesso consesso politico, di fronte a due possibilità di sviluppo per il proprio territorio, fatte da due imprese che, almeno valutando il loro passato industriale in Sardegna, pongono qualche dubbio, una accettarla a priori, l'altra rifiutarla come la peste?
 
Evidentemente mi riferisco al progetto ELEONORA; progetto che, sebbene venisse da un imprenditore che (come IVI) ha già fatto danni in Sardegna, con i dovuti accorgimenti di natura ambientale, avrebbe meritato almeno di verificare la possibilità di impiantare una stazione estrattiva.
Ma no ..... lì ha prevalso  la paura di un disastro ambientale.
E a poco è servito dire che in altre zone di questo mondo, l'agricoltura e l'industria estrattiva (o comunque quell'industria che noi reputiamo inquinante) convive tranquillamente; basta FISSARE E MANTENERE delle regole rigide (es. la "food valley" a Parma).
Ma a quanto pare coloro che hanno detto no all'indagine si fidano così poco dei loro amministratori, da non volergli dare neppure la minima possibilità che questi ultimi possano tenere sotto controllo le eventuali "LEGGEREZZE" dell'imprenditore.
È come dire "non ne facciamo niente perché ho paura che, se dovesse esserci un impianto di estrazione del gas, i nostri amministratori sono così incompetenti e/o ladri, che permetterebbero all'imprenditore di disastrare il nostro territorio; per cui è meglio rinunciare ad una fonte industriale".
Ho sentito anche altri che dicevano "voglio che il territorio in cui vivranno i miei figli sia pulito........"; e non si pone il problema però che i suoi figli , dinnanzi si ad un territorio pulito, ma senza prospettive di lavoro, siano costretti ad abbandonare la Sardegna, e cercare lavoro all'estero; così facendo non potranno godere comunque del "territorio pulito".........
Certo, si comprende che sono in totale disaccordo a non voler fare nemmeno il sondaggio richiesto per il progetto ELEONORA, e mi stupisce che il mio stesso partito, di fronte ad un'altro imprenditore (anche lui  con qualche problema legato all'inquinamento in Sardegna), accetti l'uno ma non l'altro.
Risulta evidente che sulla politica di sviluppo in Sardegna ci sono poche idee e ben confuse, per cui ognuno va per la sua strada, senza un filo logico.
Speriamo in bene.
F.to Dima

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