7.11.06

i motivi per una gestione nuova della politica

LO STATO VISTO (QUASI) COME UN’AZIENDA.
Se potessimo paragonare lo Stato a qualcosa, è possibile avvicinarlo ad un’azienda ???
SI, e vediamone i punti di vicinanza e i punti discordanti.
DI VICINANZA

  • Ha uno statuto (leggi Costituzione)
  • Nell’operato corrente (leggi LEGIFERAZIONE) deve attenersi allo statuto (leggi Costituzione)
  • Ha dei soci (leggi cittadini)
  • Ha un consiglio d’Amministrazione (leggi parlamento)
  • Ha un presidente del consiglio d’amministrazione (leggi Governo)
  • Ha delle entrate e delle uscite
  • Ha una Ragioneria
  • Ha un organo di controllo (leggi Corte dei conti????)
    DISCORDANTI
  • L’assemblea dei soci ha un potere di sola elezione (non può variare le norme)
  • Il costo dell’apparato gestionale non è sottoposto all’assemblea.
  • L’assemblea non sceglie l’esecutivo nelle persone ma nei SIMBOLI.
  • L’assemblea non può sfiduciare né il Presidente del Consiglio d’amministrazione né il consiglio d’amministrazione stesso.
  • Il socio NON PUÒ CAMBIARE AZIENDA.

Ora, stabilito che gli apparati di gestione hanno un potere superiore ai soci stessi, va da sé che bisogna riportare il potere a chi in effetti deve detenerlo… I SOCI.
Quindi le norme devono dare la possibilità ai soci, in maniera snella e veloce, di cambiare l’assetto gestionale, quando questo prevarica il mandato.
Questo si può fare soltanto restringendo i poteri in uno “steccato legislativo”, che non può essere stabilito dal potere gestionale stesso..
Da qui il mio intendimento a produrre una serie di norme e di modificare quelle esistenti per il funzionamento dello stato, proprio per riportare la gestione dello stato nello “steccato” anzidetto.
Risulta evidente che tali norme devono prescindere dalla colorazione politica di chi le fa, altrimenti ognuno fa le proprie.
Quindi si tratta di proporre quelle norme che attengono alla gestione dello stato. Infatti non si può lasciare nelle mani di chi deve seguire queste norme, la legiferazione, altrimenti ci troveremmo nel paradosso che chi le deve seguire è anche colui che le fa.
La normativa deve essere ad ampio consenso, prescindendo dalle fazioni politiche, poiché stiamo trattando proprio il tema di racchiudere la politica (o quella parte di politica che attiene alla gestione amministrativa dello stato) in regole precise e non prevaricabili.
Il socio deve partecipare alla stesura di queste norme, poiché è l’unico mezzo per controllare chi governa la sua proprietà (lo stato).
Tutto quanto esposto mi sembra vada verso un obbiettivo indiscutibile, quello di partecipare non alla cosa pubblica, ma stendere quelle regole a cui si devono attenere chi gestisce la cosa pubblica; e questo lontano da faziosità politiche, che possiamo tranquillamente tenerci MA DOPO che si siano dettate delle regole.

Ecco perché penso che, fare dietrologia, continuare a scaricare livore verso la parte avversa, senza porsi un fine, un obbiettivo, fa somigliare tutto ad una palestra dialettica senza un fine……
Io vorrei provarci, in questo forum o, con l’aiuto di qualcuno, anche in altra sede.
Vorrei creare un group, senza leader – capoccia , e tutti insieme, si prova a percorrere questa strada, magari affiancandoci ad altri che l'hanno già intrapresa e che io non conosco......

bof_il_vecchio

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