Siamo nel 1993 quando un referendum pose il quesito sul finanziamento pubblico ai partiti; èd il 90% degli elettori si dichiarò CONTRARIO”.
Cosa accadde allora ???
Il 10 dicembre 1993 (governo Ciampi…. Coalizione PDS,VERDI, DC, PRI,PSI, PSDI, PLI), con la Legge 515, si pose fine alla diatriba………. Ma come …???
Non si chiama più “finanziamento pubblico dei partiti” ma si istituisce il “rimborso per le spese elettorali”.
Già questo, di per sé, è una evidente manipolazione della volontà degli elettori.
Ma vediamo l’escalation dei “costi rimborsati”……..
La legge 515, art. 10 da :
- lire 800 per ogni iscritto nelle liste elettorali.
- Solo ai partiti che avessero superato lo sbarramento del 4%
- Per i turni elettorali di camera e senato (quindi, in occasione di elezioni politiche)
Ma il 3 giugno 1999 (governo d’Alema…. coalizione Ulivo - PDCI - UDR – INDIPENDENTI) la legge 157 “modifica” lievemente tali importi……… come :
- Lire 4000 per ogni iscritto nelle liste elettorali per le elezioni politiche e regionali +
- Lire 3400 per ogni iscritto nelle liste elettorali per le elezioni europee +
- Lire 4000 per ogni iscritto nelle liste elettorali per ogni referendum
- Solo ai partiti che avessero superato lo sbarramento dell’1% (praticamente tutti)
- Detti “rimborsi” NON sono più in occasione dei turni elettorali, ma dati una volta l’anno a prescindere da quanti turni si sono svolti in nell’anno (vale a dire “non è più un rimborso spese, ma un finanziamento)
MA, ancora l’11 Luglio 2002, (governo Berlusconi …….. coalizione centro destra) la legge subisce ancora un “piccolo ritocco”……… quale :
Il rimborso viene “uniformato” a 1 euro l’anno (cioè 5 euro a legislatura a prescindere da quanti turni si svolgono).
La differenza di spesa dello Stato tra la normativa dettata dalla legge 157 e l’ultima modifica del 2002, pesa non poco.
Se pensiamo che gli elettori sono 47.160.000, l’aggravio di spesa è di 129.214.000 euro per ogni anno di legislatura.
Naturalmente dove si legge “aggravio” per lo stato, è da intendersi “incasso” per i partiti.
Se a ciò aggiungiamo che non esiste nessun controllo da parte dello stato se i costi elettorali sono stati poi sostenuti (e non potrebbe essere altrimenti, dato che non è un vero rimborso spese),si arriva a degli assurdi quali, ad esempio il Partito dei Pensionati, che, non è neppure in parlamento con un seggio, ma ha incassato 3 milioni di euro a fronte di una spesa elettorale dichiarata di 14.300 euro.
A questo va aggiunto, che quasi tutti i partiti, oltre ad avere il tesseramento, come introito, godono di “elargizioni” piuttosto abbondanti da parte di privati, aziende (pubbliche e private)…… Basta ricordarsi la trasmissione che REPORT ha dedicato al problema………
Risulta evidente che bisogna TOGLIERE dalle mani dei parlamentari questa vergognosa libertà…..
A tale scopo va stesa una petizione per riformare questo istituto.
Fermo restando i valori espressi dalla norma del 2002, i rimborsi dovrebbero essere riconosciuti così:
- Il rimborso non avrà più carattere annuale, ma sarà elargito solo in concomitanza di un turno elettorale.
- L’accesso al rimborso terrà, quale sbarramento, lo stesso indicato per l’accesso alle graduatorie
- Il rimborso sarà effettuato, previa documentazione della spesa, onde verificare che la spesa sia inerente il turno elettorale.
- Il rimborso sarà dato a copertura delle spese dichiarate inerenti, fissando un tetto massimo pari al numero dei voti espressi dall’elettorato per quel partito moltiplicato 1 euro.
- Ai partiti è consentita l’entrata di beneficenze e donazioni da estranei, purché dichiarate, qualunque somma siano.
- Se un partito riceve donazioni e non le dichiara, dovrà rimborsare allo stato i rimborsi presi, dall’inizio della legislatura per qualsiasi tipo di turno elettorale, fermo restando quanto previsto dalle norme penali e fiscali sul finanziamento illecito dei partiti.
- Tutte le spese inerenti le campagne elettorali, perdono i benefici fiscali e tributari, finora riconosciuti (vedi es. IVA al 4% sui manifesti)
1 commento:
concordo, ma si puo fare meglio e di piu, il rimborso a mio parere va dato anche a tutti, altrimenti il rischio è quello di rifare un altra casta, con lo stesso metodo è logico, i partiti devono temere chi porta idee diverse, quindi impegnarsi di piu, semmai a chi ottiene seggi si puo dare 2 euro e a chi non ottiene seggi solo il rimborso spese, logico che per accedere al voto devo avere un certo numero di firme che avalli la loro campagna elettorale, e si deve anche considerare il lavoro di chi partecipa attivamente alla campagna, abolirei le donazioni anonime: prima cosa l'anonimato da sembri dubbi sulla legalità del denaro, seconda cosa è ora che chi ha simpatia politiche e intende contribuire, abbia il coraggio di mettersi in gioco, altrimenti rimaniamo come adesso: dico una cosa ma ne faccio un altra!!! ma di idee ne ho tante.... ciao kinds
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