No, non sono soddisfatto, non riesco ad accettarlo.
Non riesco ad accettare che il vecchio modo di fare politica
nelle segrete stanze, venga elevato a rango di "ricerca di
unitarietà & condivisione".
Guardate, ho molto rispetto di chi mi ha scritto "
vedi Dima, in politica si é sempre fatto così........".
Però a me viene spontaneo rispondere "Mario, allora si
é sempre fatto male".
Evidentemente mi riferisco all'assemblea provinciale e
Oristanese e a quella regionale Sarda, avvenute per la proclamazione dei rispettivi
segretari del Partito Democratico.
Hanno qualcosa in comune ciò che é avvenuto in tutte e
due.
Nella prima il voler forzare la mano per cercare in tutti
i modi di stabilire il primato di una vecchia politica che cerca di contrattare
posizioni, in spregio ad una Assemblea di delegati, unica deputata a scegliersi
i suoi rappresentanti, e le sue istituzioni.
Ed al rifiuto a tale modus operandi, ecco che, invece di
andare in assemblea per rendere pubblica la propria posizione, ci si rifugia in
un'assenza che, a mio parere, evidenzia soltanto la mancanza di bontà delle
proprie posizioni.
Vorrei chiedere agli assenti, dov'è il rispetto dell'Assemblea?
Riuscite a collocare questo atteggiamento nel "nuovo
che avanza"?
Ma come.... Posso
far valere le mie eventuali ragioni nel più ampio consesso previsto dal mio partito,
e rifuggo da esso?
Preferisco la trattativa
in stanze per pochi intimi?
Come vedreste, in un prossimo futuro, l'eventualità che, di fronte ad una vostra mozione, la maggioranza abbandonasse compatta il luogo deputato alle decisioni?
E mi chiedo ancora,
ma nessun delegato, tra gli assenti, ha sentito il bisogno di esprimere le sue
opinioni in assemblea?
Tutti allineati e coperti (come nel peggior ricordo di militanza d'altri tempi)?
Ma allora quale
consesso scegliete per esprimere le vostre proposte?
O lasciate che siano
altri (pochi capetti) ad esprimerle, e voi vi accontentate soltanto di
ratificare/applaudire allo schioccar di dita?
E poi, che nuovo é il vecchio sistema di contrattare
(quasi fosse un mercato delle vacche) la distribuzione di cariche, che il solo
sottoporle ad una trattazione occulta all'Assemblea, le svilisce e svuota di
significato?
Questa non é "unitarietà & condivisione"
....
Questo é mistificare un riconoscimento di naturale importanza
della minoranza, con richieste che nulla hanno a che vedere con la funzione
della minoranza stessa.
La dignità delle minoranze la si evidenzia nel
l'accoglimento delle sue proposte IN ASSEMBLEA o IN DIREZIONE!
Non nelle richieste di poltrone fatte nelle segrete stanze!
Vorrei che ci si ricordasse che, parafrasando le passate
guerre, esiste, é vero, un onore delle armi per chi ha perso, ma va ricordato
che l'onore delle armi é il vincitore che lo concede, non si é mai visto (oltre
che in politica, ed é tutto dire.....) che sia lo sconfitto a chiederlo.
Chiederlo svilisce la dignità.
E non voglio entrare nero merito delle richieste, mi
basta il modo!
Anche se, soltanto sfiorando le richieste, inorridisco nel
pensare che una carica come quella di presidente cella Commissione dei Garanzia possa essere soggetto di mercimonio.
Il solo pensare di voler cooptare dall'alto un organismo, che per sua
definizione é al di sopra di ogni parte, perché preposta a difesa di TUTTI, regolamento
alla mano, il solo pensarlo ripeto, ne svilisce l'autorità, proprio perché da
quel momento in poi la si deve considerare al servizio di una sola parte.
Si rende meschino un organismo che DEVE essere aldilà di ogni
fazione.
Io mi sento tutelato da un simili organi, per la serietà
e la capacità dei componenti, non per l'appartenenza ad una corrente.
Mi chiedo, una volta meschinizzato questo istituto con
tale tipo di richiesta, chi mai avrà il coraggio di accettare di presiederlo,
sapendo che non sarà mai considerato superpartes?
Già il fatto di richiedere una simile tutela, annulla la
possibilità che tra le parti ci possa essere un dialogo, poiché una delle due
(quella che chiede questa forma di tutela) parte dal preconcetto che l'altra parte,
tutto quello che farà, sarà improntato ad un annullamento dei diritti della
minoranza, a prescindere dalle proposte.
Questo non mi sembra un buon presupposto a qualsivoglia
tentativo di dialogo.
A cosa servono 250 delegati che attendono che finiscano i
giochetti soliti, fatti tra pochi intimi, per essere poi chiamati a ratificare/applaudire le decisioni prese senza discussione in assemblea,
in un modo che é un dispregio ad ogni regolamento?
A me sembrano
soltanto dei piccoli peones chiamati ad applaudire a comando.
E se in quelle segrete stanze c'era anche chi ho votato (come
credo ci fosse) ebbene, non ho gradito neppure la sua sola presenza!
Avrei preferito, dalla minoranza che mi rappresenta, una
posizione più in linea con un ventilato "nuovo corso".
Avrei preferito un maggior rispetto verso i propri delegati.
Avrei preferito una maggior vicinanza al coinvolgimento
DIRETTO della predicata "importanza della base"
Avrei preferito un più dignitoso e rispettoso, verso chi
si é espresso in suo favore : "PREFERISCO ATTENDERVI IN ASSEMBLEA, ASSIEME
AI MIEI DELEGATI".
E tutto questo me lo si vuole vendere come un lungo e
faticoso lavoro in nome dell'unitarietà e della condivisione?
Di questa unitarietà ne ho ORRORE......
F.to Dima