LETTERA APERTA AL PROFESSORE FRANCESCO PIGLIARU
Candidato PD a Governatore della Sardegna
Mi permetta di
chiamarla ancora per pochi giorni "professore", Le prometto che dal 17 febbraio
sarò felicissimo di potermi rivolgere a Lei con l'appellativo
"presidente".
Ancor prima di tutto
vorrei che si capisse chiaramente la mia soddisfazione per avere Lei come
candidato alla presidenza della regione in cui vivo.
La scelta che la pone
a concorrere per la guida della Sardegna la condivido appieno.
Mi lasci però esternare tutte le mie preoccupazioni per
questa tornata elettorale.
Il comportamento del mio partito è stato in questi ultimi
18 mesi, quanto di più in comprensibile si possa immaginare.
E le fibrillazioni del PD non sono recenti, anzi!
Le crepe hanno vecchia data, ancor prima delle famose
parlamentari e del novembre 2012.
Il giocattolo, nelle
mani di qualche arrivista, ha cominciato a mostrare le sue incrinature, proprio
durante le parlamentarie.
Abbiamo visto
federazioni provinciali sciogliersi come neve al sole, mostrando (come dice un
vecchio proverbio del mio paese) quanto vi era nascosto sotto.
Per continuare poi a giugno 2013 con un'assemblea del
partito per comunicare (non decidere ...... Era già stato deciso altrove da pochi
intimi) all'Assemblea l'esigenza di fare prima le elezioni regionali, e poi il
congresso (che per inciso, ancor oggi non c'è stato). A nulla è valso il
nutrito fronte dei circoli che chiedeva giustamente prima il congresso, se non
altro perché il congresso è il luogo deputato per le
Gli attuali padroni
del PD sardo, senza forze rispettare neppure il numero legale, davano per
votata a maggioranza la mozione della segreteria (ma questa del numero legale è
una manfrina spesso usata dal nostro PD sardo ... E non solo regionale).
Sintomatico è il fatto
che la presidente regionale, nel più assoluto silenzio politico, si dimette
dalla sua carica, anche in riferimento a questi fatti.
Ma veniamo quasi ai
giorni nostri.
Le primarie di dicembre avevano dato una chiara vincente,
peccato che la vincente aveva dimenticato di farci sapere che sul suo capo
pendeva un avviso di garanzia per peculato.
Ora, lungi da me anche la più remota possibilità di una
deriva giustizialista, ma se chi vota, l'elettore, mal digerisce simili
problemi, correttezza vuole che la candidata, per non mettere in imbarazzo il
partito TUTTO, rimetta, nel più breve tempo possibile, il mandato.
Non è accaduto così!
Abbiamo dovuto aspettare un tempo ormai irrecuperabile per avere il passo indietro, sia pur "SPINTANEO" della candidata.
Abbiamo dovuto aspettare un tempo ormai irrecuperabile per avere il passo indietro, sia pur "SPINTANEO" della candidata.
E qui arriva la scelta della sua candidatura.
Credo che nessuno potrà smentirmi se affermo che, nel
problema occorso, la soluzione è davvero superba.
E la sua pochezza l'ha
dimostrata anche con una riunione , quella del 30 dicembre, che doveva sancire
la volontà espressa di escludere chi soggetto a indagine della magistratura, se
non altro per non fare 2 pesi e 2 misure.
In tale riunione non
accade nulla!
Ma come, prima spingete a rimettere il mandato a chi ha
vinto le primarie, poi non sancite una regola che si rispecchi in questa
spinta?
Ma non basta, la direzione regionale licenzia un regolamento
quanto di più confuso e raffazzonato esista!
Cari cervelloni, o vi arrogate il diritto di scegliere e
decidere voi, su chi ha già 2 mandati, e di conseguenza escludere da tale
scelta le direzioni provinciali, oppure la scelta è totalmente delle direzioni
provinciali, e da voi non riprendibile.
Scrivere che l'organo provinciale può scegliere, ma il
diritto di accettare è regionale, genera solo confusione.
E non finisce qui!
La direzione regionale spinge una candidatura a rimettere
il mandato alla corsa per la presidenza, poiché intestataria di un avviso di
garanzia per peculato, e poi che fa? Nomina candidati di lista che hanno lo
stesso problema.......
Se questa non è pazzia, mi dia Lei un altro appellativo.
E qui giunto alla mia domanda finale, caro professore.
Ma le era presente alla direzione regionale dell'11
gennaio a Oristano?
E se lo era, l'hanno interpellata per la
composizione della lista in merito alla presenza di
indagati?
E se l'hanno interpellata, cosa mi dice?
Perché se Lei non ha avuto modo di contribuire a questo
pastrocchio, perché non interpellato, devo arguire che il viaggio che Lei dovrà
affrontare, troverà più di uno scoglio da parte di questi maneggioni.
Ma se Lei era presente ed ha contribuito alla formazione
della lista, ebbene, sono molto più preoccupato.
Preoccupato perché non è nelle mie intenzioni e del mio
circolo, sentirsi dire che siamo uguali ai partiti che invece dovremmo
combattere.
Ma c'è ancora una domanda che vorrei farle; ai potenziali
elettori della nostra coalizione, come potranno i piccoli circoli come il
mio, spiegare questo doppiopesismo dei nostri ormai improbabili dirigenti regionali?
Con stima.
F.to Dima